JESI – «Maria Pia lascia l’amore come testamento spirituale». Queste le parole commosse del parroco che ha celebrato nel pomeriggio di oggi nella chiesa di San Giuseppe i funerali di Maria Pia Boria, simbolo del quartiere San Savino. La 104enne jesina è scomparsa la notte tra martedì e mercoledì nella sua abitazione. É sua l’impronta della mano posta al di sotto del monumento «Punto di Contatto», inaugurato nel 2017 nel quartiere San Savino, dove viveva da oltre trent’anni. Oggi quella mano racconta del passaggio di una vita, la storia di una donna che ha toccato il cuore di molti ed ha lasciato il segno, non solo nell’argilla.
«Per tutti noi era la ‘reginetta di Jesi’ – ricorda il parroco – e lei a queste parole rispondeva sempre ‘Però la corona è molto pesante’, e rideva. Nessuno può dimenticare il sorriso che sapeva donare agli altri. Ricordate sempre il sorriso di questa donna che voleva essere abbracciata, accarezzata, sentire l’amore e l’affetto di qualcuno». Maria Pia era vedova dal 1978 e non aveva figli. A seguirla, fino agli ultimi giorni, nipoti e badanti: «Le sue rughe raccontavano la solitudine, la gioia, la sofferenza – spiega -. Lei era madre di tutti: amare qualcuno è donarsi senza ricevere nulla ed è quello che fatto lei. Ha donato tutto. Voleva rivedere suo marito, Secondo. Ora saranno insieme, i due sposi, a tenersi mano nella mano, vivendo la felicità eterna. L’amore è il suo testamento, ciò che lascia a coloro che l’hanno conosciuta».
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