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Mogol incanta gli studenti al Teatro Pergolesi: «Cantare è felicità».

JESI – «Il pop conquista se è naturale e convincente, se trasmette emozioni, se parla di vita vera. La canzone non è un esercizio ginnico per la voce, importante è parlare al cuore delle persone e che le parole siano credibili». Queste le parole che Mogol, nome d’arte di Giulio Rapetti,  ha rivolto oggi al Teatro Pergolesi di Jesi di fronte alla platea degli studenti delle scuole superiori. Una coinvolgente ‘lectio magistralis’ sulla creatività e la storia del pop che passa attraverso diversi artisti, da Claudio Villa ad Ed Sheeran passando per Lucio Battisti e Bob Dylan.

Foto per gentile concessione di Luca Ubaldi
L’evento organizzato da Noi3 – il gruppo composto dalla psicologa Roberta Cesaroni, dalla storica dell’arte Sara Tassi e dalla giornalista  Agnese Testadiferro  – ha visto la partecipazione degli assessori Luca Butini e Marisa Campanelli, ed un parterre di ospiti tra cui l’artista Nazareno Rocchetti , il regista Gabrio Marinelli, il musicista Pape, la cantante lirica Federica Balucani, il regista e produttore Francesco Sardella.
Mogol ha illustrato ai ragazzi «come si canta oggi e perché si canta così», con una emozionante carrellata sonora di esempi del passato fino ai nostri giorni.
Spazio anche a Lucio Battisti, l’artista cui più di tutti Mogol ha legato la sua fama di genio della musica d’autore italiana.  «Ecco, ora ascolterete un mio amico – ha detto introducendo l’ascolto di ‘Anche per te” –  con il suo canto che sa trasmettere emozioni e rende alla perfezione cosa io volevo intendere con le parole che ho scritto. Battisti non usava la sua voce per far sentire quanto era bella o potente, ma per trasmettere un messaggio che ancora oggi ci coinvolge». E così avanti tutta, passando per Vasco Rossi fino a Ed Sheeran che «ha costruito la sua magia nelle metropolitane cantando con la sola voce e la chitarra».
Ai ragazzi delle scuole di Jesi, Mogol ha infine rivolto l’invito: «Cantate sotto la doccia, inventando le parole senza paura, questa è la felicità. Non crediate di essere senza talento, perché il talento va coltivato come un giardino e ciascuno di voi ha possibilità fantastiche. Credeteci». .
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Redazione

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