“E’ di questi giorni la notizia di una ragazzina costretta dai suoi compagni di scuola a bere acqua del gabinetto – spiega la psicologa Cesaroni – Purtroppo atti così gravi non sono così infrequenti: il bullo tende a reiterare gli attacchi, fisici o verbali che siano, nei confronti della sua vittima per dimostrare all’interno di un gruppo di esercitare potere su un’altra persona. Per dare una risposta al bullismo occorre innanzitutto formare e informare adeguatamente i genitori su cause e rischi di questo fenomeno sociale. Successivamente, sarà necessario lavorare sul rapporto tra il bullo e la sua vittima, ricostruirlo su basi sane, attraverso momenti di incontro, dialogo, giochi, condivisione di esperienze”.
L’incontro è gratuito e aperto a tutti gli interessati.
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