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«Pronto soccorso, neolaureati e specializzandi per risolvere la carenza di organico»

JESI – «Il primo provvedimento sulle misure di potenziamento del PS annunciate nei giorni scorsi dalla Regione è stato messo in atto, intanto per il mese di luglio: dermatologi, otorinolaringoiatri, reumatologi, chirurghi messi in turno al Pronto Soccorso. E sulla questione, più volte, abbiamo espresso la nostra contrarietà». Così Pasquale Liguori, coordinatore del Tribunale per i Diritti del Malato sull’applicazione del piano sperimentale di potenziamento delle attività dei Pronto soccorso nelle Marche durante il periodo estivo. 

«Sulla questione, più volte, abbiamo espresso la nostra contrarietà. Non si può pensare di affrontare la carenza di organico di anni del PS spostando medici di reparto. già stremati da due anni di pandemia, peraltro anche loro con un organico sempre più ridotto e con un taglio dei posti letto. Cosi facendo si ridurranno ulteriormente attività ambulatoriali, interventi chirurgici che già oggi fanno registrare tempi di attesa “biblici”, mettendo in ginocchio l’attività del ns ospedale.  Ma noi siamo molto preoccupati anche e soprattutto per la risposta sanitaria che riceve il paziente che si reca al PS. Se è vero che i medici delle UO si occuperanno prevalentemente dei codici azzurri, verdi e bianchi è pur vero che essi si troveranno a fronteggiare patologie come coliche renali, dolori addominali e così via, patologie queste che non rientrano nella specifica competenza di quel medico di turno al PS. Ma dobbiamo pensare anche a casi estremi dove potrebbero arrivare due codici rosso contemporaneamente  in quel caso il medico del reparto che fa ? Si mette da parte e attende? Pensiamo poi che tale situazione potrebbe durare per mesi in quanto l’organico del PS potrebbe perdere un ulteriore medico nel mese di settembre. Vogliamo ricordare inoltre alle ns Istituzioni regionali che, durante la pandemia, in una ASL romana alcuni medici di reparto furono spostati in attività che esulavano dalla loro specializzazione. Essi fecero ricorso e il Consiglio di Stato dette loro ragione con una pronuncia che oggi fa giurisprudenza: è da considerare illegittimo adibire con atti deliberativi /ordini di servizio il professionista a prestazioni che possano essere diverse dalle sue specializzazioni anche in una situazione di emergenza, in quanto ciò pregiudicherebbe la sicurezza della cura e la responsabilità professionale del medico. Noi ribadiamo ancora una volta che la carenza di organico al PS si affronta  oggi in un solo modo (vedi cosa succede in Veneto): accordi con le Università per assumere con contratti di libera professione medici specializzandi al primo anno ma anche medici neo laureati».

 

Redazione

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